Scandinavia: come approcciare un mercato promettente per il Made in Italy delle PMI

Posted on: Mer, 05/01/2019 - 19:48 By: Gaetano Bonfissuto

La Scandinavia è un mercato molto interessante per le PMI italiane ma mi sono accorto, parlandone con molte aziende, che si sa ancora troppo poco di questi paesi, che sono geograficamente vicini, hanno una buona capacità di spesa e amano molto i nostri prodotti.

Ho la fortuna di conoscere da vicino l’area scandinava: ho vissuto e lavorato a lungo in Danimarca, dove tuttora torno spesso (mia moglie è danese), ho una eccellente rete di contatti in tutta la regione, e ho portato aziende clienti di diversi settori: alimentare, tessile, vitivinicolo, solo per citarne alcuni.

Si tratta di un mercato decisamente promettente per le nostre PMI, non solo come numeri e dimensioni ma anche, e vorrei dire soprattutto, per le sue caratteristiche.

Sono consumatori con buon reddito, molto interessati alla qualità del prodotto e del servizio,molto aperti ai mercati ealle culture internazionali, con elevata propensione agli acquisti online.

In queste righe vi presento alcuni degli aspetti che secondo me ne fanno dei mercati ideali per il nostro Made in Italy.

Mercato scandinavo: dimensioni e caratteristiche

Comincio intanto col passarvi alcuni numeri.

La Scandinavia comprende 5 paesi, dei quali 4 sono considerati l’area dei veri e propri vichinghi, e sono Danimarca (5,7 milioni di abitanti), Svezia (9.9 milioni), Norvegia (5,2 milioni) e Islanda (350 mila), cui si aggiunge la Finlandia (5,5 milioni). La Finlandia geograficamente fa parte della Scandinavia ma non culturalmente, infatti parlano una lingua diversa, della famiglia linguistica ugrofinnica, e ha una storia differente dagli altri 4 paesi; anche se per lungo tempo ha vissuto la dominazione svedese.

Se consideriamo anche i paesi baltici, includiamo quindi anche Estonia (1,3 milioni), Lettonia (1,9 milioni) e Lituania, (2,8 milioni).

Stiamo quindi parlando di un’area economica quasi omogenea fatta di 32, 6 milioni di consumatori.

La vera porta di accesso a questi mercati è Copenaghen, città in cui ho vissuto e che conosco molto bene. È la città più grande della Scandinavia, tradizionalmente al centro dei commerci di tutta l’area, come dice bene il nome stesso della città, che in danese significa “Porto dei mercanti”.

Ciò che rende davvero interessante questa area non sono tanto i numeri in valore assoluto, per quanto nei fatti si stia parlando di un mercato di quasi 33 milioni di persone (e dunque numeri nient’affatto trascurabili), quanto le caratteristiche peculiari del consumatore scandinavo.

Si tratta innanzitutto di un mercato di consumatori con un buon reddito, che amano viaggiare, molto aperti alle altre culture e che ricercano prodotti di qualità.

Sono in genere consumatori consapevoli e attenti agli acquisti, con particolare riguardo alle politiche green e di sostenibilità ambientale.

Mi soffermo per un attimo su questa caratteristica per come essa si riflette in modo immediato su alcune tipologie di acquisto. Pensate ad esempio ai prodotti agroalimentari: i consumatori scandinavi preferiscono prodotti bio, sostenibili e di qualità, intesa come certificazione del rispetto di precise norme di tutela della salute e dell’ambiente.

Se parliamo divino per esempio, si è registrato un aumento dei consumi (sia in termini di quantità che di valore), ma la fetta che è cresciuta di più è quella del vino biologico, preferibilmente venduto nei box e non in bottiglia (bottiglia che non si può riciclare, a differenza delle bottiglie di birra): in altre parole,nel mercato scandinavo hanno più attenzione alla qualità, al servizio ed ai prodotti eco sostenibili.In Svezia il vino bio vale circa il 20% dell’import di vino. Stesso trend in forte ascesa, anzi più marcato, si è registrato per il food; in entrambi i comparti il prodotto italiano riscuote sempre maggior successo rispetto ai competitor francesi, anche per la nostra offerta molto variegata, specchio della biodiversità dei nostri territori, biodiversità che gli svedesi amanomolto ritrovare nelle produzioni locali.

Acquisti online: perché l’ecommerce va forte in Scandinavia

Anche quando parliamo di export digitale, tema molto caro a noi di Socialsurf, l’area scandinava è molto promettente.

Si tratta di popolazioni che sono degli autentici early adopters per tutto quanto concerne il digitale e la tecnologia, di paesi coperti ovunque da connessioni internet ad alta velocità, e perciò sono consumatori digitali evoluti ed esigenti non solo per i prodotti ma anche per i servizi, in primis la logistica.

I paesi dell’area sono sopra la media europea per numero di consumatori online e per spesa media annuale, il mercato e-commerce nell’area vale 22,4 miliardi di Euro, con una interessante frazione degli acquisti proveniente dall’estero (anche questa superiore alla media europea). I servizi di logistica e delivery sono considerati fondamentali per l’esperienza d’acquisto complessiva. (Fonte: Report “Ecommerce in the Nordics 2018 Summary”, March 2019, di PostNord, agenzia svedese di comunicazione eservizi)

Un tratto sociale che diventa anche un tema di business quando si tratta di ecommerce è lo spirito di gruppo e di appartenenza culturale, molto spiccato nella tradizione dei vichinghi, che si traduce in un ruolo potente per gli influencer quando si parla di acquisti online. I lettori del blog di un influencer è molto probabile che acquistino i prodotti presentati, in quanto è molto forte il rapporto di fiducia verso uno di loro che si è dimostrato competente in un determinato ambito.

In conclusione

Quando si parla di Scandinavia, ricordo sempre che l’area dei paesi vichinghi in senso stretto (Danimarca, Svezia, Norvegia e Islanda) ha una popolazione pari ad appena lo 0,3% della popolazione mondiale, ma esportazioni pari al 3% a livello mondiale. Ciò significa che sono mercati esigenti e da affrontare con la giusta preparazione, ma che possono dare grandi soddisfazioni.

Infine, consiglio a chi volesse saperne di più sulla Scandinavia, e sull’eredità della cultura vichinga sull’economia dell’area, la lettura del libro “I vichinghi e il management: la rivoluzione delle imprese che vengono dal freddo” di Steve Strid e Claes Andréasson. Buona lettura!